Racconto del viaggio in Toscana

CRONACA DI UN VIAGGIO TRA AMICI GUIDATI DA UN GENEROSO E STRAORDINARIO AMICO

 9-11 maggio 2016 - scritto di Giovanna Coggi

9 MAGGIO - Arriviamo a Firenze e Luigi Marzotto Caotorta (lo straordinario) prende possesso di un pulmino che sarà la nostra risorsa.

Dopo l’incontro con Alessandra Borletti che si inserisce nel gruppetto di noi sette, come se l’avessimo conosciuta da sempre, alle ore 11 ci avviamo velocemente al Museo dell’Opera del Duomo. Museo straordinario completamente rinnovato: luce negli spazi, nitore delle statue, volumi squadrati e leggeri, linee che finiscono nella luminosità.

Panino in piedi gustosissimo e toscano sotto il campanile di Giotto.

Primo pomeriggio: 0re 14,30 appuntamento ai Collazzi, giardino di Pietro Porcinai concepito nei primi anni della sua attività (30 anni). Dalla marchesa Frescobaldi siamo affidati ai suoi fedelissimi giardinieri Casimiro e Giovanna. Giardino dei Collazzi: essenzialità e rigore nelle linee, la piscina rettangolare rigorosamente delineata ed ambientata armonicamente: nel grande prato rispecchia la villa quattrocentesca. La cortina di alti cipressi, il bosco dal perimetro circolare e sul rimanente lato una bassa siepe topiata invita all’affaccio sul paesaggio agreste e rigoglioso dei colli.

In un parterre più basso il giardino degli ortaggi e degli agrumi riporta i disegni semplici ed essenziali degli orti medioevali.

Visita al giardino degli iris sotto piazza Michelangelo e siamo vicini al tramonto. Riproduce un ambiente naturale: in un uliveto che degrada verso la città: gli iris e le rose ci colpiscono con colori vivacissimi nella luce mediterranea del paesaggio spontaneo.

A fine giornata una rapida visita a San Miniato al Monte, purissimo capolavoro del romanico toscano.
Tutti noi ci isoliamo, colpiti da profonde emozioni; il canto gregoriano ci esalta e sublima la ricchezza delle sculture, dei rilievi, dei mosaici e delle pitture. Momento di grande intensità.

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E ora corsa alla gastronomia: ristorante “Il prosciutto” a Fiesole . E non ci accolgono Cisti il fornaio o Chichibio cuoco dei famosi racconti del Decamerone ma un personaggio di stampo neolatino e sudamericano. Menu gustoso ed apprezzato. 

10 MAGGIO - In prima mattinata ci riceve la signora Rangoni-Machiavelli, proprietaria di un giardino sul viale dei colli progettato da Porcinai e mantenuto fedele alle linee originarie. Ammiriamo l’originalità del disegno, l’interesse all’utilizzo dei materiali più vari e colorati ed ll rimando alle forme circolari. Interessante la piscina circondata da un canale di acqua arricchito da ninfee e piante palustri. Mirabile la originale serra in vetro ed i vari congegni tecnici di cui Porcinai era cultore abilissimo.

A questo punto, coerente inserimento: visita alla Gamberaia, splendido giardino all’italiana, in cui Pietro Porcinai, figlio del giardiniere, aveva trascorso la sua infanzia. Magnifica manutenzione e straordinaria bellezza delle forme. Le siepi di bosso sono topiate in volumi morbidi e dinamici. Le cortine verdi si aprono allo stupore e mostrano vedute sul panorama circostante. Il bowling grass termina con un fondale statuario. Il ninfeo affascinante con inserti di pietruzze e rocaille di gusto settecentesco introduce attraverso scale alla grande limonaia.

Pranzo alla “Fattoria di Maiano”

Ci attende alle 14,30 Anna Porcinai con il marito. Giardino produttivo, orto-giardino, coltivato con grande passione dalla coppia. Ha mantenuto l’aspetto rustico che Pietro Porcinai tanto amava. La figlia ci parla a lungo dei progetti del padre ed è fedele erede del suo pensiero.

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Passiamo quindi a Villa Rondinelli, lo studio creato da Pietro Porcinai in cui è raccolto l’archivio che riguarda tutta la sua opera. Estremamente interessante l’architettura di vetro che dialoga col verde; il giardino entra nella casa: vetrate, quinte mobili per schermare la luce, un gelsomino che sembra costituire un tendaggio esterno alle finestre. Ed ancora all’esterno sulla lunga e stretta fascia di prato si crea un affaccio sul paesaggio.

Nello studio si comprende la personalità di Pietro Porcinai, la complessità e la completezza , quasi da uomo rinascimentale, del più grande architetto paesaggista del nostro novecento.

Ci accoglie ora la villa dei conti Marzotto Caotorta in cui ascoltiamo la storia della famiglia e della casa e siamo condotti da Guillemette ad ammirare le sue creazioni dei bordi misti che si insinuano graziosamente e, a volte, prepotentemente su parterres a diversi livelli, segno di tenacia, di amore, di passione botanica di famiglia, che ci coinvolgono profondamente e ci entusiasmano.

Al tramonto invito nella villa di Alessandra Borletti a Bagno a Ripoli con affaccio straordinario sulla città di Firenze.
La villa ed il giardino, restaurati negli ultimi dieci anni, fanno parte di una immensa proprietà. Tutto segno di opulenza, di intensa attività e dedizione.

La serata è straordinaria ed affettuosa: risotto al sambuco e gustosissimi fritti floreali; ci sentiamo a casa piacevolissimamente e la presenza di Florence, che abbiamo appena incontrato in casa Porcinai, arricchisce la compagnia, in cui si scambiano notizie e ricordi di novelle.

Si è creata una atmosfera amichevole e deliziosa, che ci fa pensare alla gioia dei giovani fuggitivi da Firenze appestata che prorompe nelle novelle di Boccaccio. 

11 MAGGIO - L’ultima giornata è dedicata alle ville Medicee ed ai loro giardini. Geniale è il raccordo tra il tema rinascimentale ed umanistico e Pietro Porcinai che abbiamo scoperto nei giorni precedenti.

Villa Il Castello è il luogo in cui si formò il primo pensiero fondante del nostro umanesimo, con Lorenzo il Magnifico, Marsilio Ficino, il Poliziano e loro cerchia. Il giardino è il classico giardino all’italiana, rigorosamente geometrico ed improntato alla simmetria e rispondenza delle forme più varie delle aiuole. Piacevole l’affaccio delle peonie nei parterres in cui domina il bosso. Appaiono gruppi statuari prima della sorpresa nel boschetto costituita dalla statua dell’inverno rabbrividente sulla roccia del piccolo lago. Il giardino segreto è il giardino dei semplici: ci viene aperto ed illustrato: trionfo di euforbie.

Corsa alla Petraia, di cui visitiamo l’interno, guidati da un abile cicerone. Sorprendente affaccio sulla pittura di corte della Firenze del secondo cinquecento.  Scorribanda nelle sale dei piani superiori ed ancora un affaccio sulla splendida corte interna ricca di affreschi celebrativi delle storie medicee. Il giardino è molto ricco nelle partizioni architettoniche, incardinate su un asse longitudinale che percorre anche l’interno della dimora. Villa e giardino sono un complesso unico, inscindibile pensato ed architettato dal Tribolo. Ci colpisce questo progetto in cui dimora e giardino sono inscindibili e proiezione uno dell’altro.

Pranzo divertente sotto l’acquazzone.

Visita al giardino ed alla villa di Poggio a Caiano: è l’ultima tappa del nostro percorso. La villa è interessantissima per l’architettura di Giuliano da Sangallo, pregevolissima per la scalinata ad abbraccio ed il fregio maiolicato sotto il timpano del frontone. Visitiamo il museo delle Nature morte; emerge le personalità del Bimbi. Nel salone centrale interessanti affreschi del migliore manierismo fiorentino del cinquecento: mirabile la lunetta del Pontormo. Il giardino è poco curato e trasformato in bosco con pregevoli alberature.

Alla fine Luigi Marzotto Cao0torta ci regala l’ultimo sforzo della sua abilissima e generosissima abilità di guidatore.

La Visitazione del Pontormo nella Pieve di Carmignano è l’ultimo tesoro che ci dona questo bellissimo viaggio. Misteriosa ed avveniristica composizione ci rimarrà presente nella memoria come un’icona di rara bellezza. Partenza in serata per Milano.

GRAZIE Luigi!

Da Giovanna Barbara ed i magnifici sette