Ci saranno più tulipani o biciclette?

Ci saranno più tulipani o biciclette?
La nostra curiosità statistica non ha trovato soddisfazione!
Abbiamo però trovato conferma dei luoghi comuni più famosi sull’Olanda e su Amsterdam: ci sono distese di tulipani, in Olanda, di bulbose dovrei dire, perché giacinti, narcisi, e fritillarie non sono da meno.
Gli olandesi devono essere molto rilassati nella vita quotidiana: usano poco l’automobile, nessuno suona il clacson appena scatta il verde, usano invece molto la bici a qualsiasi ora del giorno e della notte. Le legano anche loro, però, ai pali o ai mancorrenti su ponti e canali: si vede che anche lì le rubano, le bici.
Per tornare ai luoghi comuni, non devono sentirsi violati nella privacy se qualcuno per caso o di proposito guarda nei loro soggiorni dalla strada, perché è confermato che non usano tende e soprattutto tende tirate; se ci sono è solo per abbellire le finestre, a completamento di un ipotetico quadro in cui la finestra è la cornice e Phalenopsis, porcellane, vasi con composizioni floreali che sembrano omaggi ai fiamminghi, e tutto quanto ai padroni di casa può sembrare piacevole, sono soggetti del dipinto. E questo vale sia in città che in campagna, sia in case lussuose che modeste.
 
Ma noi, due biologhe in cerca di fiori e di cultura, non siamo partite con lo scopo di verificare quanto dicono le guide ed i diari di viaggio sui Paesi Bassi. Noi eravamo forti del programma non di nostra invenzione, ma della Linnea Tours, meritorio operatore turistico specializzato in viaggi botanici, suggeritore di mete ed itinerari molto stuzzichevoli, almeno per due biologhe curiose, salvo poi lasciarci in sospeso perché “non ci sono sufficienti adesioni per partire” ! Ma tant’è, ormai l’idea era stata data e la curiosità solleticata! Siamo partite con nei nostri pensieri orti botanici, illustri coltivatori dai nomi latini e favolose quanto rare esposizioni floreali.
Ci siamo anche molto preparate: guide turistiche tradizionali e siti internet, illustri e molto approfonditi saggi botanici e diari di viaggio telematici. Non ci siamo fatte mancare nulla.
 
Nell’Hortus Bulborum, a Limmen, vicino ad Alkmaar, ci siamo sentite molto bene. Di un benessere fatto di soddisfazione (trovarlo non è stato così facile), rigore scientifico e assoluta serenità sia nei gestori che nei visitatori, non tanti, meglio così. Emblematica potrebbe essere l’anziana e sicuramente non agile signora inginocchiata per un tempo lunghissimo vicino ad un fiore, con la sua macchina fotografica, per cercare di catturare chissà che. La bandiera turca in mezzo all’Hortus l’abbiamo guardata con occhio sicuro, di chi sa, grazie ai saggi di storia appena letti.
 
A Keukenhof , raggiunto ed apprezzato con due voucher dell’Holland Pass, orgogliosamente conquistato (esiste in Italia?), abbiamo visto l’altra faccia del mondo bulboso olandese, quella più nota; ci siamo sfogate con le foto, sia dei tulipani sia dei popoli da tutto il mondo venuti lì a godere di fiori e colori. Dalla balconata del mulino a vento, guardando un tappeto di teste multicolor nello spiazzo sottostante, un pensiero affettuoso è andato a Linnea, ed al suo viaggio saltato. Ora possiamo dire che l’abbiamo visto anche noi, questo luogo famoso in tutto il mondo (non rientra nelle sette meraviglie solo perché è troppo giovane), così ricco ed appariscente, forse meno vicino dell’Hortus alle nostre esigenze botaniche.
 
Al rigore botanico del nostro viaggio si sono poi aggiunti alcuni doverosi omaggi: quell’uomo/ genio di Van Gogh, i fiamminghi del Rijksmuseum e diamanti, sissignori, diamanti, meravigliosi sassolini brillanti e colorati che hanno fatto girare l’economia del mondo intero, pesato con altri sassi e metalli di vario colore sulle teste di regnanti di tutti i secoli, arricchito oscuri personaggi e provocato miseria, sfruttamento e disperazione in intere popolazioni.
E poi Amsterdam: acqua, canali, ponti, case fantasiose, cibi vicini e lontani, beghine, biciclette, antiquari, giovani in festa…
 

Breve racconto di un viaggio in Olanda, di Paola Massarenti

P1040969La nostra curiosità statistica non ha trovato soddisfazione! Abbiamo però trovato conferma dei luoghi comuni più famosi sull’Olanda e su Amsterdam: ci sono distese di tulipani, in Olanda, di bulbose dovrei dire, perché giacinti, narcisi, e fritillarie non sono da meno. 
Gli olandesi devono essere molto rilassati nella vita quotidiana: usano poco l’automobile, nessuno suona il clacson appena scatta il verde, usano invece molto la bici a qualsiasi ora del giorno e della notte. Le legano anche loro, però, ai pali o ai mancorrenti su ponti e canali: si vede che anche lì le rubano, le bici. Per tornare ai luoghi comuni, non devono sentirsi violati nella privacy se qualcuno per caso o di proposito guarda nei loro soggiorni dalla strada, perché è confermato che non usano tende e soprattutto tende tirate; se ci sono è solo per abbellire le finestre, a completamento di un ipotetico quadro in cui la finestra è la cornice e Phalenopsis, porcellane, vasi con composizioni floreali che sembrano omaggi ai fiamminghi, e tutto quanto ai padroni di casa può sembrare piacevole, sono soggetti del dipinto. E questo vale sia in città che in campagna, sia in case lussuose che modeste.
Ma noi, due biologhe in cerca di fiori e di cultura, non siamo partite con lo scopo di verificare quanto dicono le guide ed i diari di viaggio sui Paesi Bassi. Noi eravamo forti del programma non di nostra invenzione, ma della Linnea Tours, meritorio operatore turistico specializzato in viaggi botanici, suggeritore di mete ed itinerari molto stuzzichevoli, almeno per due biologhe curiose, salvo poi lasciarci in sospeso perché “non ci sono sufficienti adesioni per partire”! Ma tant’è, ormai l’idea era stata data e la curiosità solleticata! Siamo partite con nei nostri pensieri orti botanici, illustri coltivatori dai nomi latini e favolose quanto rare esposizioni floreali. Ci siamo anche molto preparate: guide turistiche tradizionali e siti internet, illustri e molto approfonditi saggi botanici e diari di viaggio telematici. Non ci siamo fatte mancare nulla.P1040994
Nell’Hortus Bulborum, a Limmen, vicino ad Alkmaar, ci siamo sentite molto bene. Di un benessere fatto di soddisfazione (trovarlo non è stato così facile), rigore scientifico e assoluta serenità sia nei gestori che nei visitatori, non tanti, meglio così. Emblematica potrebbe essere l’anziana e sicuramente non agile signora inginocchiata per un tempo lunghissimo vicino ad un fiore, con la sua macchina fotografica, per cercare di catturare chissà che. La bandiera turca in mezzo all’Hortus l’abbiamo guardata con occhio sicuro, di chi sa, grazie ai saggi di storia appena letti.
A Keukenhof , raggiunto ed apprezzato con due voucher dell’Holland Pass, orgogliosamente conquistato (esiste in Italia?), abbiamo visto l’altra faccia del mondo bulboso olandese, quella più nota; ci siamo sfogate con le foto, sia dei tulipani sia dei popoli da tutto il mondo venuti lì a godere di fiori e colori. Dalla balconata del mulino a vento, guardando un tappeto di teste multicolor nello spiazzo sottostante, un pensiero affettuoso è andato a Linnea, ed al suo viaggio saltato. Ora possiamo dire che l’abbiamo visto anche noi, questo luogo famoso in tutto il mondo (non rientra nelle sette meraviglie solo perché è troppo giovane), così ricco ed appariscente, forse meno vicino dell’Hortus alle nostre esigenze botaniche.
Al rigore botanico del nostro viaggio si sono poi aggiunti alcuni doverosi omaggi: quell’uomo/genio di Van Gogh, i fiamminghi del Rijksmuseum e diamanti, sissignori, diamanti, meravigliosi sassolini brillanti e colorati che hanno fatto girare l’economia del mondo intero, pesato con altri sassi e metalli di vario colore sulle teste di regnanti di tutti i secoli, arricchito oscuri personaggi e provocato miseria, sfruttamento e disperazione in intere popolazioni. E poi Amsterdam: acqua, canali, ponti, case fantasiose, cibi vicini e lontani, beghine, biciclette, antiquari, giovani in festa…